Siamo ormai da anni abituati a vedere corpi di adolescenti ma anche adulti decorati o completamente rivestiti da tatuaggi (tattoo) indelebili, in segno di simbolismo, moda, appartenenza o spirito ribelle. Spesso più superficialmente, per copiare l’attore il cantante o il calciatore del momento, in tanti decidono di marchiare per sempre la propria pelle senza neanche conoscere l’origine di questo rituale.

In effetti ho scoperto che la parola inglese TATTOO (in italiano tatuaggio) deriva dalla parola polinesiana TATAU o TATAW che sta a significare il suono prodotto dallo strumento che batte sulla pelle per creare un disegno indelebile.

E lo strumento samoano era una sorta di pettine con i denti affilati di varie misure, ottenuti dalla lavorazione di ossa di cinghiale, con un supporto di guscio di tartaruga su un manico di legno.

L’inchiostro era un liquido bluastro ottenuto dalla bruciatura di alcune piante oleose.

In Polinesia la tradizione del tatau è antichissima e va ben oltre la semplice decorazione del corpo, ma acquista invece un valore rituale quasi religioso oltre che culturale e sociale.

Nelle leggende locali, si racconta che l’arte del tatau abbia addirittura origine divina.

Si dice che i figli della più importate divinità tahitiana, il dio Ta’haroa o Tangaroa, furono i primi a tatuarsi creando questa arte divina che poi decisero di insegnare agli uomini.

Il primo a raccontarci di questi tatuaggi fu il celebre capitano Cook di ritorno nel 1771 da una delle sue spedizioni nel Pacifico nel 1771, viaggio in cui scopri l’isola di Tahiti. Anche se pare che la tradizione del tattoo sia ben più antica e cominci almeno 4500 anni fa dall’Egitto fino a toccare tutte le varie regioni dell’Asia.

Successivamente le religioni Cattolica e Musulmana vietano categoricamente questo rituale considerato contrario alla volontà di Dio che rimane invece un’arte divina per gli abitanti della Polinesia.

In questi luoghi il tatau resta tutt’oggi un importantissimo rito di passaggio all’età adulta per tutti i giovani uomini samoani, nonché simbolo di riconoscimento e valore sociale.

Il rituale samoano prende la forma di una vera e propria cerimonia sacra e gli artisti tatuatori prima di iniziare il tattoo pregano gli dei che tutto vada bene e che scelgano i disegni più adeguati.

I ragazzi samoani al momento della pubertà, quindi anche a partire dai 10-12 anni, ricevono il rito del tatau, che per loro rappresenta un momento cruciale della loro crescita. Grazie al tatuaggio impresso nella pelle, entrano ufficialmente nel mondo degli adulti, con un marchio indelebile e visibile al tutta la società che li rendeva riconoscibili come valorosi, coraggiosi nobili o possessori altre qualità.

In una cultura prevalentemente orale, il tatau rappresentava l’unica forma scritta e indelebile di informazioni sociali e familiari. Dal tatuaggio si poteva risalire alla famiglia di provenienza, al ruolo sociale, al proprio valore, con quello che si era fatto nella vita.

Dal tatuaggio è possibile capire anche l’appartenenza sociale di ciascuno, in quanto i disegni più ampli e complessi erano riservati ai capi e ai membri delle loro famiglie.

Anche le donne vengono tatuate per essere considerate più belle e desiderabili, con disegni diversi, più ornamentali e artistici rispetto a quelli riservati agli uomini.

Per eseguire i disegni solitamente si usavano le forme geometriche, come cerchi concentrici, curve, le spirali, punti e linee rette, il sole e le stelle.

Ma anche quelli che rappresentavano momenti di vita reale e sociale come i combattimenti, le armi, le conquiste, i sacrifici umani o gli animali in genere.

Inoltre i modelli venivano costruiti in modo da poter essere ampliati in un momento successivo in base ai successivi eventi della vita quali un matrimonio, figli o imprese importanti.

In pratica il rituale del tatau non aveva mai fine.

Prima di iniziare il tatuaggio, il tatuatore si fa raccontare la storia della vita del ragazzo e della sua famiglia, cerca di capirne la personalità e il suo valore per poter trovare l’ispirazione giusta per eseguire il corretto tatuaggio che lo rappresenti.

Durante il rituale del tatau che si può protrarre per diverse sessioni, molti aiutanti partecipano all’evento aiutando gli artisti tatuatori in vario modo, magari asciugando il sangue, e le donne cantando canti tradizionali per distogliere dal dolore della procedura.

In conclusione questa antica arte è rimasta viva fino a oggi nella sua essenza, pur avendo certamente modernizzato le tecniche e i materiali utilizzati.

Questi affascinanti uomini e donne di lontane isole tropicali, che ammiriamo per la loro bellezza esotica in realtà hanno impresso nella loro pelle molto di più.

Continuano a portare con sé le loro storie e tradizioni con orgoglio e rispetto della loro cultura e tradizioni,  mantenute vive e attuali anche attraverso l’arte sacra del tatau.

Il TATAU, l'antico rituale del tatuaggio polinesiano che ha dato origine al Tattoo - Orientalya Dance

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